La capacità della specie umana di elaborare il linguaggio attraverso la scrittura si è sviluppata da circa 4.000 anni, sia pur con modi e tempi diversi. L’acquisizione della lingua parlata nella prima infanzia avviene pressoché spontaneamente, senza istruzione specifica, mentre l’apprendimento di lettura e scrittura richiedono una guida...
Ciò avviene in età più avanzata, di solito in coincidenza con l’inizio della scolarizzazione. In assenza di scolarizzazione le abilità di lettura e scrittura non si sviluppano nonostante la presenza di normali capacità cognitive; infatti, ancora oggi il tasso di analfabetismo è alto, seppure in lenta e costante discesa.
L’apprendimento e l’uso del linguaggio scritto si basano su sistemi funzionali e neurologici dedicati, sviluppati adattando e modificando parti del sistema visivo a compiti specifici quali il riconoscimento di lettere e parole.
Tali processi sono indipendenti dai sistemi di riconoscimento visivo d’altre classi di stimoli come, per esempio, oggetti o visi e da quelli del linguaggio parlato, con possibili dissociazioni fra capacità di leggere, scrivere, parlare e comprendere il linguaggio per via uditiva.
Questi processi agiscono in maniera rapida, efficiente e automatica. I dati ricavati dallo studio dei deficit di lettura e scrittura hanno permesso di chiarire i rapporti funzionali e anatomici fra meccanismi legati al riconoscimento visivo di oggetti e quelli specifici per la lettura, e disegnare un’architettura funzionale dettagliata sottostante i processi di elaborazione del linguaggio scritto e dei suoi rapporti con quelli specifici per il linguaggio parlato [1].
Gli ominidi hanno affrontato con successo la questione di come trasmettere i significati non solo tra persone appartenenti alla stessa generazione, ma fra individui che vivono in tempi diversi; infatti, grazie alla scrittura la comunicazione è stata resa permanente.
La mente umana, nello svolgere le sue attività cognitive e comunicative, si è allargata oltre ai propri ristretti confini fisici: il suo essere situata in un corpo, a sua volta in costante interazione con l’ambiente, ha permesso di utilizzare elementi modificabili come supporti esterni; per esempio, la possibilità di prendere un appunto su un foglio cartaceo o elettronico ha allargato incredibilmente la memoria umana, poter scrivere una lettera o fare una telefonata ha ampliato la possibilità di comunicazione.
La scrittura non si baserebbe dunque necessariamente sul linguaggio... La scrittura si è sviluppata sulla comunicazione extralinguistica per almeno 30.000 anni prima che l’invenzione dell’alfabeto s’imponesse. La scrittura permetterebbe la nascita e lo sviluppo della cultura critica e della scienza, proiettate verso il futuro e, nello stesso tempo, garantirebbe la conservazione del passato [2].
Rossella Ferrari
Biologa molecolare
Medical writer
Fonti
- Denes G, Parlare con la testa. 2009 Zanichelli
- Bara BG, Il sogno della permanenza. 2003 Bollati Boringhieri
Il presente articolo è inserito nel contesto della maratona divulgativa di BrainFactor e Società Italiana di Neurologia (SIN) "L'Agenda del cervello: un argomento al giorno" in occasione della Settimana del Cervello promossa in tutto il mondo da Dana Foundation dal 14 al 20 Marzo 2011.